Parlando dei siti Unesco della Giordania, avevamo nominato Piccola Petra. Vediamo di cosa si tratta.
La capitale nabatea, Petra, come sappiamo era nascosta all’interno dello Wadi Musa, raggiungibile solo attraverso una stretta apertura come il Siq, la famosa gola dove Indiana Jones entra a cavallo.
All’esterno di questi passaggi si trovavano le cosiddette città doganali. Gli archeologi ne hanno individuate quattro: ad Ovest Bit Mathkoor, a Sud Sabra, ad Est al-Khan (dove oggi si trova la biglietteria) e a Nord Siq al-Barid.
Il nome significa la “gola fredda” ed è facile capire il perchè: appena entrati nello stretto canyon sentirete la temperatura abbassarsi di qualche grado. Il sole non riesce a penetrare tra le falesie di roccia e questa caratteristica fu subito notata dagli abili architetti nabatei: il sud della Giordania confina con il deserto e pochi gradi in meno potevano rappresentare un grande sollievo per gli antichi abitanti, sprovvisti degli oggi onnipresenti condizionatori.
A
differenza della capitale, Piccola Petra ci presenta un insieme compatto di strutture scolp
ite sui fianchi della stretta valle: non solo tombe però, qui possiamo riconoscere anche diverse case i cui diversi livelli abitativi sono collegati da un labirintico insieme di scale.
In una della case è presente anche uno dei pochissimi affreschi nabatei giunti fino a noi. Si notano forti influenze dell’arte romana nelle figure che riusciamo a riconoscere: un cupido, un Pan con il suo flauto e un uccellino, figura diffusissima nelle domus dell’impero.
Il Siq al-Barid termina con una stretta scalinata proprio al termine delle valle: era il passaggio che conduceva a Petra, oggi utilizzato solamente dai beduini che ancora abitano l’area.