petra giordania Tomba reale (palace tomb)Petra, la variopinta città Nabatea nel sud della Giordania, è oggi famosa in tutto il mondo. Abbiamo già raccontato come venne riscoperta dall’esploratore svizzero Burchardt durante le sue peregrinazioni all’inizio del XIX secolo. Primo straniero ad attraversare il canyon rosa dai tempi del sultano mamelucco Baybars nel 1200.

Oggi Petra, nominata anche tra le nuove sette meraviglie dell’umanità nel 2007 dopo un sondaggio planetario, è una delle mete più frequentate del Medio Oriente e di tutto il mondo.

Samsara vuole darvi qualche consiglio per riuscire ad assaporare ancora il fascino di questa antica città, lontano dalle orde di turisti scaricati dai pullman alla ricerca di foto sempre uguali e souvenir “medio orientali”, in realtà prodotti in Cina! Si tratta di un suggerimento pratico e di due itinerari, il primo spesso consigliato dalle guide ma ugualmente non troppo battuto, e il secondo che vi porterà ad esplorare i recessi più nascosti dei rossi canyon che circondano la capitale dei Nabatei.

Il nostro consiglio può sembrare banale, ma funziona ottimamente: la biglietteria del sito apre alle sei del mattino, ma nessuno sembra interessato a entrare prima delle nove. Non lasciatevi sfuggire questa opportunità! L’ingresso a Petra è il celeberrimo Siq, una stretta gola lunga quasi 2 km che sfila fra scogliere alte un centinaio di metri. La magia di percorrerlo da soli, con la luce chiara dell’alba che illumina le pareti multicolori, il silenzio interrotto solo dal cinguettio dei passeri, è difficile da descrivere a parole. L’arrivo poi alla facciata del Khazne, il Tesoro – sì, proprio quello di Indiana Jones – senza avere l’impressione di essere entrati in un villaggio turistico un po’ sovraffollato, vale da solo la levataccia.

Il Siq in alcuni punti è largo solamente pochi metri, immaginatevi cosa vorrebbe dire attraversarlo con la folla… Questa sveglia antelucana vi permetterà anche di proseguire l’esplorazione della città rossa con almeno un’ora di vantaggio sui primi grandi gruppi. E “last but not the least”, questo orario è troppo mattiniero anche per i vari venditori di souvenir, guide o presunte tali, guidatori d’asino e tutti gli altri procacciatori di turisti che assalgono la valle più tardi. Ah, non credete al receptionist del vostro albergo se vi dice che Petra apre alle sette… Ci hanno provato anche con noi!

Vista su Petra giordaniaOra che siete entrati nella città, se siete rimasti a bocca aperta davanti alle grandi facciate scolpite nella roccia dai colori cangianti, vi consigliamo di salire all’Altare del Sacrificio. Si tratta di un’altura molto famosa in città, sulla cui cima si trova un altare con un paio di bacili sacrificali. Sotto il vasto cielo venivano officiati i riti della religione nabatea. Il nome sinistro è ben meritato: secondo varie epigrafi, oltre a capretti, agnelli e libagioni, i cari nabatei non si risparmiavano qualche sacrificio umano. Pratica che venne poi vietata quando Petra divenne parte dell’impero romano nel 106 d.C. Dalla spianata che circonda l’altare, la vista è mozzafiato. Si vede tutta Petra: le grandi facciate della scogliera orientale, l’urna che decora il Monastero, il castello crociato in rovina di Al habees e il santuario di Aronne sulla cima della montagna omonima, il Jebel Haroun. La salita è comoda, dura una quarantina di minuti e i gli antichi gradini nabatei sono spesso affiancati da più comodi scalini moderni.

A questo punto vi suggeriamo di scendere dall’Altura del sacrificio per una strada differente: cercate i due tozzi obelischi non lontani dall’altare e il sentiero che scende subito dopo. Questo percorso alternativo vi porterà nel Wadi Farasa, uno dei fiumi asciutti della città, e in un’ora e trenta circa nuovamente al centro delle rovine principali.

Questa strada percorre uno dei canyon più belli e meno visitati del sito. Lungo la discesa si incontrano un enorme leone che fungeva da fontana, alcune magnifiche tombe e addirittura un antico giardino pensile, oggi secco, dove però è ancora possibile riconoscere le vasche e i canali che portavano l’acqua tutt’intorno. Il tutto nella quiete ombreggiata, così difficile da trovare vicino ai monumenti più centrali.

Non siete ancora stanchi? Ecco allora un ultimo itinerario che vi porterà fuori dalla città rossa attraverso un percorso alternativo: il Wadi Muthlin e il tunnel nabateo.

Dirigetevi verso la scogliera orientale, dove si trovano le celeberrime tombe dell’Urna e della Seta; poi seguite il sentiero verso sud, fino alla tomba di Sesto Fiorentino, console romano che innamorato della città scelse di farsi seppellire qui invece che nella capitale provinciale Bosra (oggi in Siria). Poco distante da questa solitaria tomba inizia il Wadi Matha, uno dei corsi d’acqua stagionali della città. Ma fate attenzione: questa strada può essere percorsa solo da aprile a settembre.

Petra giordania Sidd majjin alessandro fumagalli archeologoProseguite per altri 150 metri fino ad un pollaio. Si, avete capito bene, un pollaio, gestito da una delle ultime famiglie di Beduini che ancora vivono nella valle. Prendete la strada a destra del pollaio, uno stretto canale scavato dalle acque. Pochi metri dopo l’ingresso si trovano numerose nicchie votive nabatee e piccole tombe. Lo stretto canale, chiamato Sidd al Majjin, prosegue per quasi un chilometro fino ad un acquedotto romano. Se siete arrivati fino a lì, avete sbagliato strada e dovrete tornare indietro. Per uscire dalla valle di Petra dovrete svoltare a destra, a sud se avete una bussola, nel primo piccolo canyon che incontrate dopo le nicchie e le tombe.

Dopo un centinaio di metri ancora all’interno di una stretta gola, larga non più di un paio di metri, raggiungerete il fondo ghiaioso del Wadi Muthlin, molto più ampio dei due precedenti canaloni. Con una passeggiata di circa 40 minuti fra le vette arrotondate delle montagne, arriverete a un grande tunnel scavato da nabatei: alto otto metri e lungo una cinquantina, che vi porterà esattamente all’ingresso del Siq (l’entrata principale di Petra) a soli 5 minuti dall’uscita.

Un’ultima chicca: non perdetevi le facce stupefatte dei gruppi di turisti che vi vedranno uscire dal tunnel che in quel momento le loro guide staranno indicando!

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